giovedì 2 maggio 2013

Rodotà, la sua opinione. La nostra risposta.

Rodotà, la sua opinione. La nostra risposta.

Il prof Stefano Rodotà, ha scritto al Comitato, nostro contraddittore, dei promotori del Referendum il 29 aprile 2013,una lettera nella quale ha così ripreso la sua posizione sul referendum: 

.... “voglio comunque ribadire la mia adesione convinta al referendum. Oggi più che mai dobbiamo riprendere il filo, spezzato in questi anni, della politica costituzionale e della legalità che essa esprime. Questo, davvero, è un punto non negoziabile, per due ragioni. La prima riguarda la necessità di rispettare la chiarissima lettera della Costituzione che parla di una scuola privata istituita “senza oneri per lo Stato”. Ma bisogna anche ricordare – e questa è la seconda considerazione – che sempre la Costituzione prevede che lo Stato debba istituire “scuole statali per tutti gli ordini e gradi”. In tempi di crisi, questa norma dovrebbe almeno imporre che le scarse risorse disponibili siano in maniera assolutamente prioritaria destinate alla scuola pubblica in modo di garantirne la funzionalità."

LA NOSTRA RISPOSTA
1) se la Costituzione è "chiarissima" nel senso cui allude Rodotà non si comprende perchè egli passi rapidamente al secondo punto, quello dell'opportunità: bisogna dare "priorità" alla scuola pubblica, scrive, soprattutto oggi che le risorse sono scarse. La verità è che il "senza oneri" indica la non obbligatorietà per lo Stato di finanziare il sorgere di scuole private. Questa l'interpretazione dei Costituenti, che il prof. Rodotà certamente conosce, infatti scrive di una scuola privata "istituita", non "finanziata", con fondi pubblici...Tanto più vero che se il problema fosse di una lesione alla Costituzione ben altri dovrebbero essere le vie per opporsi.
2) priorità alla scuola pubblica. Non solo è opportuna ma, per noi, necessaria. Infatti sosteniamo, in questo caso, il Comune di Bologna che impegna per la scuola "pubblica" dell'Infanzia , che poi sarebbe innanzitutto la propria- anch'essa considerata "paritaria" dalla legge, 36 volte le risorse che destina alle Convenzioni, che pure riguardano 1700 bambini, oltre il 20% del totale. Nessuno in Italia fa di più. Bologna spende oggi più di quello che spendeva nei tempi d'oro degli anni '70. E' veramente paradossale che, approfittando della disinformazione e dello scollamento fra istituzioni e cittadini si faccia di Bologna un terreno di battaglia nazionale contro il "privatismo".
3) infine sarebbe opportuno che tutti, anche e maggiori personalità, riflettessero sulle conseguenze che avrebbe distruggere, a Bologna,  il concreto sistema integrato delle scuole dell'Infanzia per i bambini di 3,4 e 5 anni. Nessuna significativa risposta diretta in più del pubblico (ben altri sarebbero i costi!!!), meno opportunità garantite dal pubblico e più care, ripresa delle liste d'attesa, o meglio della lista dei senza posto.

Non è poco. Vale quindi davvero la pena di evitare ogni genericità trattando questo argomento.