lunedì 27 maggio 2013

SCUOLA: la conferenza stampa dei Comitati per la scelta B, dopo il Referendum.

Ricucire le divisioni e lavorare
insieme per migliorare la scuola dell'infanzia: dopo il
referendum consultivo di Bologna che ha visto la vittoria dei
sostenitori del blocco dei finanziamenti alle materne private
paritarie (opzione A), il comitato 'sconfittò tende la mano ai
referendari per una battaglia comune finalizzata ad ottenere
dal Governo più risorse per le scuole statali. Questo
risultato, ha detto Giovanni Sedioli, promotore del comitato
pro B, «temo lascerà strascichi di contrapposizione. Ma ora
non resta che ricucire e lavorare insieme». Sulla stessa linea anche Alessandro
Alberani, segretario cittadino della Cisl e rappresentante del
manifesto Zamagni per il mantenimento dell'attuale sistema
integrato tra pubblico e privato. «Il referendum - ha spiegato
durante una conferenza stampa in Comune - ha diviso, ora
dobbiamo cercare di unire. Per evitare di ricostruire sulle
macerie, può essere messa in campo da subito una campagna
comune verso il Governo per aumentare i finanziamenti alle
scuole statali». I rappresentanti del comitato B, commentando i
risultati della consultazione popolare che ha visto andare al
voto 85.934 cittadini pari al 28.71 per cento degli aventi
diritto, hanno messo in evidenza la 'bassà affluenza alle
urne. La cifra, ha sottolineato Sedioli, «è molto bassa,
infatti, ha votato meno di un terzo degli aventi diritto.
Abbiamo sempre detto che si trattava di un referendum sbagliato
negli obiettivi e nella proposta. Vista la bassa affluenza si
registra che sui temi della scuola si è meno sensibili
rispetto ad altri argomenti. Questo mi rammarica». Nonostante
la netta vittoria dei referendari, la scarsa percentuale dei
votanti, emerge dal comitato pro paritarie, non potrà non
essere presa in considerazione dalle eventuali decisioni
dell'amministrazione. «L'astensione - ha detto Alberani - è un
dato molto significativo. Credo che questo condizioni
fortemente le scelte future. Penso che oggi, vista anche la
crisi economica, non si possa fare a meno di un sistema
integrato tra pubblico e privato». ( Da AGI)