mercoledì 22 maggio 2013

LEGGENDO L'INTERVISTA DI ADRIANA LODI

Un commento di Davide Ferrari

So che Adriana Lodi, attivissima , non vuole "monumenti" ma un confronto diretto e sincero..Allora ecco qui. I suoi toni sono critici ma, naturalmente, rivolti all'obiettività e lo apprezzo soprattutto in queste giornate di polemiche aspre e ormai persino minacciose. Ma trovo una cotraddizione quando dice :"Hanno ragione i referendari però sbagliano a fare pressione sul Comune, perchè i tagli vengono dal livello nazionale". Il Referendum è tutto lì. Aver portato movimenti importanti di genitori ed insegnanti dal terreno delle condizioni concrete della scuola al terreno dello scontro laici/cattolici a livello comunale, a Bologna e contro Bologna, la città più impegnata per la scuola pubblica, questo è il Referendum e per questo non sono mai stato d'accordo. Infine ci sono cose nella sua dichiarazione, che un po' mi stupiscono. Forse refusi. Adriana sostiene che (quando?) un tempo, sembra di capire prima delle Convenzioni il 90% dei bambini andava alle scuole dell'Infanzia pubblica. Non è cosi, come si trova anche nei documenti del Comitato per il Referendum, in questi anni l'incidenza proporzionale delle private è calata. Prima era circa al 30% . Quindi non è avvenuta nessuna "privatizzazione" in questi anni almeno non per le Convenzioni e le scuole poi divenute paritarie esistevano già e mai il Comune ha avuto il 90% nelle proprie scuole. Ho l'impressione-sbaglierò-che ci si confonda con i nidi. Lodi dice poi che i finanziamenti alle paritarie sono cominciati dopo i tagli. Non è così. Imbeni ( si cominciò a pensare alle Convenzioni nella sua sindacatura) e poi Vitali vollero le convenzioni per allargare l'influenza positiva della qualità del pubblico non per sostituire il pubblico con il privato. "Avere cura di tutte le bambine e di tutti i bambini", secondo una giusta proporzione nell'uso delle risorse pubbliche. Il punto era ed è quello.