domenica 21 aprile 2013

"B come bugie". Un insulto grave e soprattutto gratuito.


Ecco un volantino, davvero poco lieve, del comitato nostro contraddittore. Il primo punto, che viene diffuso senza tregua fra la cittadinanza bolognese è del tutto infondato. la lista d'attesa è oggi intorno ai cento bambini, i posti "liberi" sono simili, per numero fra comunali e paritarie. Non vogliamo parlare di scorrettezza o di bugia, però è inaccettabile che prosegua una campagna del tutto irreale. C'è onestà? Si vuole dialogo? Si vuole davvero il bene della scuola? Si ritiri la propaganda sbagliata. [PS. Gli altri punti sono affermazioni del tutto generiche, auspici purtroppo ottimistici -"nessuno chiuderà senza fondi pubblici"- oppure citazioni delle rette. Certo: il Comune di Bologna è fra i pochissimi che non mette rette di iscrizione. Una scelta coraggiosa che certo non meritava un Referendum ed una campagna contro.]

Analizziamo i documenti dei referendari. Senza polemiche ma con la forza dei fatti. 1


Il documento che qui linkiamo è tutt'ora una delle basi delle argomentazioni del Comitato promotore del Referendum

Dobbiamo rilevare i TANTI ERRORI che contiene, il tono generale (si arriva a chiedere che l'Europa intervenga contro le Convenzioni per turbativa di mercato!! :D) si commenta da solo.

LA COPERTINA [Sbagliata]
Il disegno mostra una suora che incombe un po' tetra. In realtà la stragrande maggioranza degli insegnanti nelle scuole paritarie sono laici.

FISM: SOLO CATTOLICI [Sbagliato]
Non è più così, questa federazione raccoglie anche realtà differenti.

1.055.000 EURO DATI DAL COMUNE ALLE PARITARIE [Sbagliato]
La cifra è sensibilmente sbagliata. La si accresce inserendovi contributi, del tutto dovuti-da sempre- per il diritto allo studio. la cifra corretta è di 730.000 euro per spese di funzionamento dati a chi sottoscrive una Convenzione per la qualità.

I CONTRIBUTI DEL COMUNE SONO UN DOPPIONE DI QUELLI DATI DALLO STATO PER LA LEGGE DI PARITà [Sbagliato]
Non è così, i, Coune chiede molto di più e di diverso. Chiede una integrazione, una attività inserita in un sistema pubblico, così per le tariffe, modulate e calmierate, la
collaborazione per le iscrizioni, la messa in comune dei dati, i progetti qualificazione

Viene poi da chiedersi, leggendo il documento:"Ma allora i contributi ex legge Berlinguer sono giusti?". a allora di cosa stiamo parlando circa la presunta inxcostituzionalità ed il "senza oneri per lo Stato"?

LE SCUOLE PARITARIE PER L'INFANZIA SONO UN BUSINESS CHE VA IN ATTIVO SOLO GRAZIE L'INTERVENTO PUBBLICO [Sbagliato]
Sono proprio i bilanci di queste scuole, quelle senza fine di lucro, che dimostrano che non si tratta di "affari" ma di attività di servizio alla comunità, certo discutibili come tutte. Un servizio difficile da mandare avanti e che senza il sostegno pubblico sarebbe costretto o ad alzare le rette cambiando di natura o a chiudere.
Proprio questo documento costituisce la miglior risposta a quanto stanno affermando infondatamente i promotori del Referendum quando sostengono che la fine delle Convenzioni non farebbe venir meno il servizio offerto da queste scuole. Non è così. Tagliare le Convenzioni è-oggi più che mai- nella crisi che Viviamo- tagliare scuola ai bambini bolognesi e tagliare (perchè?) posti di lavoro che sono necessari.

Va ricordato, invece, che proprio per questi motivi, il Comune di Bologna grauda il suo sostegno a seconda dei dati di bilancio di queste scuole, chi ha meno bisogno meno riceve.

IL COMUNE NON EFFETTUA CONTROLLI [Sbagliato]
I Quartieri governano in collaborazione con i momenti principali di vita di queste scuole, dalle iscrizioni al coordinamento pedagogico, e periodiche riunioni di verifica permettono un monitoraggio serio e costante.

SI TOLLERANO GRAVI INADEMPIENZE ALLA LEGGE DI PARITà, COME ALLE CERRETA DOVE LE CLASSI SONO DIVISE PER SESSO DEI BAMBINI.[Sbagliato]
Non è così. Alla scuola dell'Infanzia questa scelta, certo per noi molto discutibile, non è portata avanti, in un Istituto come quello citato, che invece è così organizzato per la successiva e non convenzionata scuola primaria.
Che sia un risultato della Convenzione?


C'è da chiedersi infine come siano possibili tanti errori? Crediamo che chi ha scritto questo documento abbia un atteggiamento poco sereno, di guerra ideologica, che certo non è adatta alla scuola, soprattutto ad una scuola per bimbi di 3, 4 e 5 anni !!

lunedì 15 aprile 2013

Su cosa sono chiamati a votare i bolognesi il 26 Maggio?


Il 26 Maggio, i cittadini di Bologna sono chiamati a votare NON "per" o "contro" la scuola pubblica. No. Il Referendum chiede un giudizio "per" o "contro" il Sistema integrato della Scuola dell'Infanzia di questa città. Un sistema che vede il Comune protagonista forse più di tutti gli altri Comuni e che funziona, da 15 anni. Un sistema che ha reso più forte, più "pubblica", certamente migliore la scuola dell'Infanzia delle bambine e dei bambini bolognesi. Un sistema che può essere migliorato ma che-oggi- è ancora più necessario, considerata la realtà della finanza pubblica e degli Enti Locali. Oggi chiudere questa esperienza significherebbe soltanto indebolire, "tagliare", la scuola dell'Infanzia a Bologna. Per questo siamo scesi in campo, per questo indichiamo di votare "B".

mercoledì 3 aprile 2013

REFERENDUM, Votiamo "B" come bambine e bambini



REFERENDUM 
               SCUOLA DELL’ INFANZIA




Avere cura
di tutte le bambine, di tutti i bambini.
Perché nessun bambino resti senza una buona scuola dell’Infanzia.
Sostenere l’impegno del Comune di Bologna per le proprie scuole dell’Infanzia, e
con le convenzioni, per tutte le scuole dell'Infanzia statali e paritarie.
Questo voteremo al Referendum. (Scelta “B”)



Noi, siamo uomini e donne della scuola pubblica, abbiamo partecipato e partecipiamo
alla sua vita, come insegnanti, studenti, genitori degli Organi Collegiali.
Siamo i primi a volerne affermare le ragioni ed il compito costituzionale, a comprenderne
le difficoltà e il disagio.
La scuola pubblica deve essere la prima cura di una società moderna e civile.
Bisogna a questo proposito considerare nel concreto la realtà della nostra città.
Nessuno può negare obiettivamente il grande impegno per la scuola pubblica dell’Infanzia
del Comune di Bologna, che, in condizioni di bilancio e di possibilità di spesa sempre più
difficile, ha speso nell'anno 2012 oltre 36 milioni Euro per mantenere un numero di proprie istituzioni che è fra i più alti in Italia. Ad esso si accompagna, si aggiunge, non si sostituisce, con le convenzioni, il sostegno e la qualificazione sia delle scuole per l’infanzia dello Stato sia di quelle paritarie (1 milione di Euro) che già la legge considera appartenenti al sistema pubblico. .
Non sono soldi dati a pioggia ma secondo standard, più articolati e definiti di quelli richiesti dalla Legge di parità, che promuovono il miglioramento costante delle scuole beneficiarie. Non sono soldi sottratti alle scuole comunali ma investimenti necessari per mantenere, e a livelli di qualità adeguati, com’è necessario, una offerta più vasta, altrimenti impossibile.
L’aggiornamento dei criteri di assegnazione dei finanziamenti, fatto quest’anno dal
Comune, ha ulteriormente accentuato il loro carattere di sostegno dato solo a chi si
impegna a garantisce qualità e apertura a tutta l’utenza, senza discriminazione di censo,
religiosa o fisica. Il Referendum che si terrà a Bologna il 26 maggio chiede di abolire
l’intervento del Comune di Bologna, con lo strumento delle convenzioni, nei confronti delle
scuole paritarie per l’infanzia.
Ma chiudere le convenzioni si rivela, ad una analisi di merito, una indicazione sbagliata
che indebolirebbe la scuola bolognese.




Determinare una crisi delle scuole paritarie, la chiusura di alcune e l’aumento delle rette in
altre, non solo non consentirebbe, in parallelo, un aumento equivalente dell’offerta
comunale , ma a null’altro servirebbe che aumentare le liste d’attesa che già si sono
determinate.
Questa scelta contrasterebbe non solo con leggi nazionali ma con una politica , a Bologna
ed in Emilia-Romagna ultratrentennale per il diritto allo studio che ha visto sempre
sostenuti i percorsi scolastici di tutti i bambini dai 3 ai 6 anni.
Voteremo quindi respingendo l’opzione che tutte le risorse del Comune vadano
esclusivamente alle proprie scuole o a quelle dello Stato.
E’ lo Stato il grande assente a Bologna. Non ha più alcuna giustificazione, da
parte dello Stato, confidare in larghissima misura sulla copertura del fabbisogno di scuole
da parte del Comune, procedendo, contemporaneamente a tagliare fondi e ad impedire
spese dell’Ente Locale.
Occorre che sia spezzata questa spirale negativa che mette in forse quanto nella nostra
città è stato raggiunto da decenni: la piena frequenza del 100% delle bambine e dei
bambini di una buona scuola, con standard educativi certi e controllati. E’ urgente un
maggior intervento, o diretto o finanziario, dello Stato nella scuola dell’Infanzia a Bologna.
E’ questo l’obiettivo che tutte le cittadine ed i cittadini di Bologna devono
chiedere, con partecipazione e mobilitazione democratica.
E’ invece fuorviante, un vero errore, indicare nel rapporto fra l’investimento
pubblico comunale e le scuole paritarie il problema della scuola bolognese.
Diffondere l'idea che le risorse del Comune sarebbero sufficienti, se diversamente
orientate, a coprire l'intera utenza “pubblica”, significa indebolire la battaglia,
necessaria, per ottenere che, subito, torni ad essere garantita, per tutti, la scuola
dell'Infanzia.


Vogliamo promuovere fra i cittadini una vasta serie di iniziative di dibattito e confronto, di dialogo e di indicazione di voto.
Il Referendum chiama alla partecipazione, perché sia reale e positiva deve diventare
occasione di corretta informazione e di vera conoscenza del punto in discussione e dei
nodi critici effettivi che sono nella vita delle nostre scuole. In questo senso va il nostro
impegno.


Giovanni Sedioli,
Angela Amadori, 
Anna Armone, 
Vittorio Biagini,
Giovanna Cantoni De Sabbata
Cristina Casali,
Gabriele Chessa,
Valentina Costa,
Laura Dall'Olio,
Cristina Donà,
Nicoletta Donati,
Rolando Dondarini,
Rosanna Facchini,
Fabrizio Festa,
Franco Frabboni,
Roberto Franchi,
Salvatore Grillo,
Luigi Guerra,
Cristina Maraldi,
Massimo Meliconi,
Maurizia Migliori,
Tullia Moretto,
Giuseppe Muscarnera,
Rita Nannini,
Pietro Nigro,
Stefania Pappalardo,
Giuseppe Pedrielli,
Maddalena Petroni,
Maria Luisa Quintabà,
Cinzia Quirini,
Paolo Rebaudengo,
Filippo Romeo,
Marcello Rossi,
Luciano Russo,
Annamaria Savarese,
Antonio Biagio Salvati,
Giovanni Schiavone,
Jessy Simonini,
Paolo Staffiere,
Annachiara Strappazzon,
Laura Villani,
Rossella Viola,
Annalisa Tugnoli,
Angelo Zannarini,
Liliana Zucchini


Questo documento è firmato da insegnanti, docenti universitari, tecnici e collaboratori, genitori e studenti di scuole pubbliche, promosse dallo Stato o dagli EE.LL, e intende sia svolgere la sua iniziativa in particolare in questi “mondi” sia rivolgersi a tutti i cittadini di Bologna in collaborazione con tutti gli altri comitati e appelli che condividono la “scelta B”.

Hanno dichiarato la condivisione dei contenuti che proponiamo personalità bolognesi anche di mondi diversi dallo specifico scolastico, fra questi:

Andrea Biondi, Francesco Errani, Elisabetta D'Alessandro, Anna Del Mugnaio, Roberto Gamberini, Marco Guerra, Roberto Generali, Carla Manferrari, Roberto Mignani, Davide Pierinelli, Bruno Pizzica, Alberto Alberani, Gian Primo Mingozzi.

Hanno dichiarato il loro adesione anche Ivana Summa e Paola De Donato firmatarie del Manifesto promosso dal Prof. Zamagni e hanno inviato lettere di condivisione: Zelinda Davolio, Laura Dall'Olio, Danilo Mason, Elena Riganti.





Per sottoscrivere, aderire, dialogare : averecuradituttiibambini@gmail.com




UN VOTO “B”,
COME “BAMBINE E BAMBINI”


www.referendumvotab.blogspot.it