Ecco un volantino, davvero poco lieve, del comitato nostro contraddittore. Il primo punto, che viene diffuso senza tregua fra la cittadinanza bolognese è del tutto infondato. la lista d'attesa è oggi intorno ai cento bambini, i posti "liberi" sono simili, per numero fra comunali e paritarie. Non vogliamo parlare di scorrettezza o di bugia, però è inaccettabile che prosegua una campagna del tutto irreale. C'è onestà? Si vuole dialogo? Si vuole davvero il bene della scuola? Si ritiri la propaganda sbagliata. [PS. Gli altri punti sono affermazioni del tutto generiche, auspici purtroppo ottimistici -"nessuno chiuderà senza fondi pubblici"- oppure citazioni delle rette. Certo: il Comune di Bologna è fra i pochissimi che non mette rette di iscrizione. Una scelta coraggiosa che certo non meritava un Referendum ed una campagna contro.]
L'appello e l'iniziativa promossi da Giovanni Sedioli per il voto "B" al Referendum consultivo del Comune di Bologna del 26 Maggio 2013, sulla Scuola dell'Infanzia.
domenica 21 aprile 2013
Analizziamo i documenti dei referendari. Senza polemiche ma con la forza dei fatti. 1
Il documento che qui linkiamo è tutt'ora una delle basi delle argomentazioni del Comitato promotore del Referendum
Dobbiamo rilevare i TANTI ERRORI che contiene, il tono generale (si arriva a chiedere che l'Europa intervenga contro le Convenzioni per turbativa di mercato!! :D) si commenta da solo.
LA COPERTINA [Sbagliata]
Il disegno mostra una suora che incombe un po' tetra. In realtà la stragrande maggioranza degli insegnanti nelle scuole paritarie sono laici.
FISM: SOLO CATTOLICI [Sbagliato]
Non è più così, questa federazione raccoglie anche realtà differenti.
1.055.000 EURO DATI DAL COMUNE ALLE PARITARIE [Sbagliato]
La cifra è sensibilmente sbagliata. La si accresce inserendovi contributi, del tutto dovuti-da sempre- per il diritto allo studio. la cifra corretta è di 730.000 euro per spese di funzionamento dati a chi sottoscrive una Convenzione per la qualità.
I CONTRIBUTI DEL COMUNE SONO UN DOPPIONE DI QUELLI DATI DALLO STATO PER LA LEGGE DI PARITà [Sbagliato]
Non è così, i, Coune chiede molto di più e di diverso. Chiede una integrazione, una attività inserita in un sistema pubblico, così per le tariffe, modulate e calmierate, la
collaborazione per le iscrizioni, la messa in comune dei dati, i progetti qualificazione
Viene poi da chiedersi, leggendo il documento:"Ma allora i contributi ex legge Berlinguer sono giusti?". a allora di cosa stiamo parlando circa la presunta inxcostituzionalità ed il "senza oneri per lo Stato"?
LE SCUOLE PARITARIE PER L'INFANZIA SONO UN BUSINESS CHE VA IN ATTIVO SOLO GRAZIE L'INTERVENTO PUBBLICO [Sbagliato]
Sono proprio i bilanci di queste scuole, quelle senza fine di lucro, che dimostrano che non si tratta di "affari" ma di attività di servizio alla comunità, certo discutibili come tutte. Un servizio difficile da mandare avanti e che senza il sostegno pubblico sarebbe costretto o ad alzare le rette cambiando di natura o a chiudere.
Proprio questo documento costituisce la miglior risposta a quanto stanno affermando infondatamente i promotori del Referendum quando sostengono che la fine delle Convenzioni non farebbe venir meno il servizio offerto da queste scuole. Non è così. Tagliare le Convenzioni è-oggi più che mai- nella crisi che Viviamo- tagliare scuola ai bambini bolognesi e tagliare (perchè?) posti di lavoro che sono necessari.
Va ricordato, invece, che proprio per questi motivi, il Comune di Bologna grauda il suo sostegno a seconda dei dati di bilancio di queste scuole, chi ha meno bisogno meno riceve.
IL COMUNE NON EFFETTUA CONTROLLI [Sbagliato]
I Quartieri governano in collaborazione con i momenti principali di vita di queste scuole, dalle iscrizioni al coordinamento pedagogico, e periodiche riunioni di verifica permettono un monitoraggio serio e costante.
SI TOLLERANO GRAVI INADEMPIENZE ALLA LEGGE DI PARITà, COME ALLE CERRETA DOVE LE CLASSI SONO DIVISE PER SESSO DEI BAMBINI.[Sbagliato]
Non è così. Alla scuola dell'Infanzia questa scelta, certo per noi molto discutibile, non è portata avanti, in un Istituto come quello citato, che invece è così organizzato per la successiva e non convenzionata scuola primaria.
Che sia un risultato della Convenzione?
C'è da chiedersi infine come siano possibili tanti errori? Crediamo che chi ha scritto questo documento abbia un atteggiamento poco sereno, di guerra ideologica, che certo non è adatta alla scuola, soprattutto ad una scuola per bimbi di 3, 4 e 5 anni !!
Dobbiamo rilevare i TANTI ERRORI che contiene, il tono generale (si arriva a chiedere che l'Europa intervenga contro le Convenzioni per turbativa di mercato!! :D) si commenta da solo.
LA COPERTINA [Sbagliata]
Il disegno mostra una suora che incombe un po' tetra. In realtà la stragrande maggioranza degli insegnanti nelle scuole paritarie sono laici.
FISM: SOLO CATTOLICI [Sbagliato]
Non è più così, questa federazione raccoglie anche realtà differenti.
1.055.000 EURO DATI DAL COMUNE ALLE PARITARIE [Sbagliato]
La cifra è sensibilmente sbagliata. La si accresce inserendovi contributi, del tutto dovuti-da sempre- per il diritto allo studio. la cifra corretta è di 730.000 euro per spese di funzionamento dati a chi sottoscrive una Convenzione per la qualità.
I CONTRIBUTI DEL COMUNE SONO UN DOPPIONE DI QUELLI DATI DALLO STATO PER LA LEGGE DI PARITà [Sbagliato]
Non è così, i, Coune chiede molto di più e di diverso. Chiede una integrazione, una attività inserita in un sistema pubblico, così per le tariffe, modulate e calmierate, la
collaborazione per le iscrizioni, la messa in comune dei dati, i progetti qualificazione
Viene poi da chiedersi, leggendo il documento:"Ma allora i contributi ex legge Berlinguer sono giusti?". a allora di cosa stiamo parlando circa la presunta inxcostituzionalità ed il "senza oneri per lo Stato"?
LE SCUOLE PARITARIE PER L'INFANZIA SONO UN BUSINESS CHE VA IN ATTIVO SOLO GRAZIE L'INTERVENTO PUBBLICO [Sbagliato]
Sono proprio i bilanci di queste scuole, quelle senza fine di lucro, che dimostrano che non si tratta di "affari" ma di attività di servizio alla comunità, certo discutibili come tutte. Un servizio difficile da mandare avanti e che senza il sostegno pubblico sarebbe costretto o ad alzare le rette cambiando di natura o a chiudere.
Proprio questo documento costituisce la miglior risposta a quanto stanno affermando infondatamente i promotori del Referendum quando sostengono che la fine delle Convenzioni non farebbe venir meno il servizio offerto da queste scuole. Non è così. Tagliare le Convenzioni è-oggi più che mai- nella crisi che Viviamo- tagliare scuola ai bambini bolognesi e tagliare (perchè?) posti di lavoro che sono necessari.
Va ricordato, invece, che proprio per questi motivi, il Comune di Bologna grauda il suo sostegno a seconda dei dati di bilancio di queste scuole, chi ha meno bisogno meno riceve.
IL COMUNE NON EFFETTUA CONTROLLI [Sbagliato]
I Quartieri governano in collaborazione con i momenti principali di vita di queste scuole, dalle iscrizioni al coordinamento pedagogico, e periodiche riunioni di verifica permettono un monitoraggio serio e costante.
SI TOLLERANO GRAVI INADEMPIENZE ALLA LEGGE DI PARITà, COME ALLE CERRETA DOVE LE CLASSI SONO DIVISE PER SESSO DEI BAMBINI.[Sbagliato]
Non è così. Alla scuola dell'Infanzia questa scelta, certo per noi molto discutibile, non è portata avanti, in un Istituto come quello citato, che invece è così organizzato per la successiva e non convenzionata scuola primaria.
Che sia un risultato della Convenzione?
C'è da chiedersi infine come siano possibili tanti errori? Crediamo che chi ha scritto questo documento abbia un atteggiamento poco sereno, di guerra ideologica, che certo non è adatta alla scuola, soprattutto ad una scuola per bimbi di 3, 4 e 5 anni !!
lunedì 15 aprile 2013
Su cosa sono chiamati a votare i bolognesi il 26 Maggio?
Il 26 Maggio, i cittadini di Bologna sono chiamati a votare NON "per" o "contro" la scuola pubblica. No. Il Referendum chiede un giudizio "per" o "contro" il Sistema integrato della Scuola dell'Infanzia di questa città. Un sistema che vede il Comune protagonista forse più di tutti gli altri Comuni e che funziona, da 15 anni. Un sistema che ha reso più forte, più "pubblica", certamente migliore la scuola dell'Infanzia delle bambine e dei bambini bolognesi. Un sistema che può essere migliorato ma che-oggi- è ancora più necessario, considerata la realtà della finanza pubblica e degli Enti Locali. Oggi chiudere questa esperienza significherebbe soltanto indebolire, "tagliare", la scuola dell'Infanzia a Bologna. Per questo siamo scesi in campo, per questo indichiamo di votare "B".
mercoledì 3 aprile 2013
REFERENDUM, Votiamo "B" come bambine e bambini
REFERENDUM
SCUOLA DELL’ INFANZIA

Avere
cura
di
tutte le bambine, di tutti i bambini.
Perché
nessun bambino resti senza una buona scuola dell’Infanzia.
Sostenere
l’impegno del Comune di Bologna per le proprie scuole
dell’Infanzia, e
con
le convenzioni, per tutte le scuole dell'Infanzia statali e
paritarie.
Questo
voteremo al Referendum. (Scelta
“B”)
Noi,
siamo uomini e donne della scuola pubblica,
abbiamo
partecipato e partecipiamo
alla
sua vita, come insegnanti, studenti, genitori degli Organi
Collegiali.
Siamo
i primi a volerne affermare le ragioni ed il compito costituzionale,
a comprenderne
le
difficoltà e il disagio.
La
scuola pubblica deve essere la prima cura di una società moderna e
civile.
Bisogna
a questo proposito considerare nel concreto
la realtà della nostra città.
Nessuno
può negare obiettivamente il grande impegno per la scuola pubblica
dell’Infanzia
del
Comune di Bologna, che, in condizioni di bilancio e di possibilità
di spesa sempre più
difficile,
ha speso nell'anno 2012 oltre 36 milioni Euro per mantenere un numero
di proprie istituzioni che è fra i più alti in Italia. Ad esso si
accompagna, si aggiunge, non si sostituisce, con le convenzioni, il
sostegno e la qualificazione sia delle scuole per l’infanzia dello
Stato sia di quelle paritarie (1 milione di Euro) che già la legge
considera appartenenti al sistema pubblico. .
Non
sono soldi dati a pioggia ma secondo standard, più articolati e
definiti di quelli richiesti dalla Legge di parità, che promuovono
il miglioramento costante delle scuole beneficiarie. Non sono soldi
sottratti alle scuole comunali ma investimenti necessari per
mantenere,
e a livelli di qualità adeguati, com’è necessario, una
offerta più vasta, altrimenti impossibile.
L’aggiornamento
dei criteri di assegnazione dei finanziamenti, fatto quest’anno dal
Comune,
ha ulteriormente accentuato il loro carattere di sostegno dato solo a
chi si
impegna
a garantisce qualità e apertura a tutta l’utenza, senza
discriminazione di censo,
religiosa
o fisica. Il Referendum che si terrà a Bologna il 26 maggio chiede
di abolire
l’intervento
del Comune di Bologna, con lo strumento delle convenzioni, nei
confronti delle
scuole
paritarie per l’infanzia.
Ma
chiudere le convenzioni si rivela, ad una analisi di merito, una
indicazione sbagliata
che
indebolirebbe la scuola bolognese.
Determinare
una crisi delle scuole paritarie, la chiusura di alcune e l’aumento
delle rette in
altre,
non solo non consentirebbe, in parallelo, un aumento equivalente
dell’offerta
comunale
, ma a null’altro servirebbe che aumentare le liste d’attesa che
già si sono
determinate.
Questa
scelta contrasterebbe non solo con leggi nazionali ma con una
politica , a Bologna
ed
in Emilia-Romagna ultratrentennale per il diritto allo studio che ha
visto sempre
sostenuti
i percorsi scolastici di tutti i bambini dai 3 ai 6 anni.
Voteremo
quindi respingendo l’opzione che tutte le risorse del Comune vadano
esclusivamente
alle proprie scuole o a quelle dello Stato.
E’
lo Stato il grande assente a Bologna.
Non ha più alcuna giustificazione, da
parte
dello Stato, confidare in larghissima misura sulla copertura del
fabbisogno di scuole
da
parte del Comune, procedendo, contemporaneamente a tagliare fondi e
ad impedire
spese
dell’Ente Locale.
Occorre
che sia spezzata questa spirale negativa che mette in forse quanto
nella nostra
città
è stato raggiunto da decenni: la piena frequenza del 100% delle
bambine e dei
bambini
di una buona scuola, con standard educativi certi e controllati.
E’
urgente un
maggior
intervento, o diretto o finanziario, dello Stato nella scuola
dell’Infanzia a Bologna.
E’
questo l’obiettivo che tutte le cittadine ed i cittadini di Bologna
devono
chiedere,
con partecipazione e mobilitazione democratica.
E’
invece fuorviante, un vero errore, indicare nel rapporto fra
l’investimento
pubblico
comunale e le scuole paritarie il problema della scuola bolognese.
Diffondere
l'idea che le risorse del Comune sarebbero sufficienti, se
diversamente
orientate,
a coprire l'intera utenza “pubblica”, significa indebolire la
battaglia,
necessaria,
per ottenere che, subito, torni ad essere garantita, per tutti, la
scuola
dell'Infanzia.
Vogliamo
promuovere fra i cittadini una vasta serie di iniziative di dibattito
e confronto, di dialogo e di indicazione di voto.
Il
Referendum chiama alla partecipazione, perché sia reale e positiva
deve diventare
occasione
di corretta informazione e di vera conoscenza del punto in
discussione e dei
nodi
critici effettivi che sono nella vita delle nostre scuole. In questo
senso va il nostro
impegno.
Giovanni
Sedioli,
Angela
Amadori,
Anna Armone,
Anna Armone,
Vittorio
Biagini,
Giovanna Cantoni De Sabbata
Giovanna Cantoni De Sabbata
Cristina
Casali,
Gabriele Chessa,
Gabriele Chessa,
Valentina
Costa,
Laura Dall'Olio,
Laura Dall'Olio,
Cristina
Donà,
Nicoletta
Donati,
Rolando
Dondarini,
Rosanna
Facchini,
Fabrizio
Festa,
Franco
Frabboni,
Roberto
Franchi,
Salvatore
Grillo,
Luigi
Guerra,
Cristina
Maraldi,
Massimo
Meliconi,
Maurizia
Migliori,
Tullia
Moretto,
Giuseppe
Muscarnera,
Rita Nannini,
Pietro Nigro,
Rita Nannini,
Pietro Nigro,
Stefania
Pappalardo,
Giuseppe
Pedrielli,
Maddalena
Petroni,
Maria
Luisa Quintabà,
Cinzia
Quirini,
Paolo
Rebaudengo,
Filippo
Romeo,
Marcello
Rossi,
Luciano
Russo,
Annamaria
Savarese,
Antonio
Biagio Salvati,
Giovanni
Schiavone,
Jessy
Simonini,
Paolo
Staffiere,
Annachiara
Strappazzon,
Laura
Villani,
Rossella Viola,
Rossella Viola,
Annalisa
Tugnoli,
Angelo
Zannarini,
Liliana
Zucchini
Questo
documento è firmato da insegnanti, docenti universitari, tecnici e
collaboratori, genitori e studenti di scuole pubbliche, promosse
dallo Stato o dagli EE.LL, e intende sia svolgere la sua iniziativa
in particolare in questi “mondi” sia rivolgersi a tutti i
cittadini di Bologna in collaborazione con tutti gli altri comitati e
appelli che condividono la “scelta B”.
Hanno
dichiarato la condivisione dei contenuti che proponiamo personalità
bolognesi anche di mondi diversi dallo specifico scolastico, fra
questi:
Andrea Biondi, Francesco Errani, Elisabetta D'Alessandro, Anna Del Mugnaio, Roberto
Gamberini, Marco Guerra, Roberto Generali, Carla Manferrari, Roberto Mignani, Davide Pierinelli, Bruno Pizzica, Alberto Alberani, Gian
Primo Mingozzi.
Hanno
dichiarato il loro adesione anche Ivana Summa e Paola De Donato
firmatarie del Manifesto promosso dal Prof. Zamagni e hanno inviato lettere di condivisione: Zelinda Davolio, Laura Dall'Olio, Danilo Mason, Elena Riganti.
Per
sottoscrivere, aderire, dialogare :
averecuradituttiibambini@gmail.com
UN
VOTO “B”,
COME
“BAMBINE E BAMBINI”
www.referendumvotab.blogspot.it
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